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sabato 19 agosto 2006

Recensione Libro: "Il cacciatore di aquiloni" di Khaled Hosseini

... Si dice che il tempo guarisca ogni ferita. Ma, per Amir, il passato è una bestia dai lunghi artigli, pronta a riacciuffarlo quando meno se lo aspetta. Sono trascorsi molti anni dal giorno in cui la vita del suo amico Hassan è cambiata per sempre in un vicolo di Kabul. Quel giorno, Amir ha commesso una colpa terribile. Così, quando una telefonata inattesa lo raggiunge nella sua casa di San Francisco, capisce di non avere scelta: deve tornare a casa, per trovare il figlio di Hassan e saldare i conti con i propri errori mai espiati. Ma ad attenderlo, a Kabul, non ci sono solo i fantasmi della sua coscienza. C'è una scoperta sconvolgente, in un mondo violento e sinistro dove le donne sono invisibili, la bellezza è fuorilegge e gli aquiloni non volano più...

Splendido, coinvolgente, emozionante e commovente come solo un libro un po' triste e malinconico sa essere. Stile asciutto ed essenziale ma accattivante al punto tale da non riuscire a staccarsi dal libro fino alla fine. Un romanzo che attraversa la storia dell'Afghanistan degli ultimi 30 anni con spunti, sentimenti e vicende che sono universali e che potrebbero essere stati vissuti da chiunque e dovunque. L'umiltà, il coraggio, la dedizione, la dignità e la fedeltà fino al sacrificio di un personaggio contrapposti alla codardia, alla vergogna, alla viltà fino al tradimento dell'altro. Un freddo rapporto tra padre e figlio, nascente dal senso di colpa di un padre e dalla sofferenza di un figlio, il vero leit-motiv del romanzo, fino alla redenzione e alla riabilitazione.
Un libro sulla vera amicizia, quella sofferta..... voto: 4/5